Grande preoccupazione annunciata dalla Coldiretti di Parma, in previsione dei dazi che entreranno in vigore a partire dal 7 agosto. “Anche se , con la firma dell’ordine esecutivo da parte di Trump sembra ormai chiaro che il dazio sul Parmigiano Reggiano si attesterà al 15% e che si tratta di un dazio sostitutivo e non aggiuntivo rispetto a quanto già grava sul nostro prodotto - dichiara Cotti Luca presidente di Coldiretti Parma - con l’introduzione di questi dazi , rischiamo di far perdere oltre 1 miliardo di euro al nostro comparto agroalimentare , frenando una crescita costante che ha visto il cibo Made in Italy imporsi come sinonimo di qualità oltreoceano.” È quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga, che mette in luce la vulnerabilità delle nostre filiere di fronte alla nuova politica commerciale americana.
“Nonostante sia mancata l’unanimità all’interno dell’accordo USA-UE, le tariffe che sono state confermate al 15% sono sicuramente migliorative rispetto all’ipotesi iniziale del 30% che avrebbe causato danni fino a 2,3 miliardi di euro per i consumatori americani e per il Made in Italy agroalimentare – afferma il direttore, Marco Orsi - Tuttavia avrà impatti differenziati tra i settori e quindi ora deve essere accompagnato da compensazioni europee per le filiere penalizzate, anche considerando la svalutazione del dollaro”.
Con un valore che nel 2024 ha sfiorato gli 8 miliardi di euro, gli Usa rappresentano il primo mercato extra-Ue per l’agroalimentare italiano. Negli ultimi cinque anni, l’export verso gli Stati Uniti è cresciuto in media dell’11% l’anno, arrivando a toccare un +17% solo nell’ultimo anno. Una dinamica positiva che ora rischia di invertirsi bruscamente.
“La Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen si sta dimostrando totalmente inadeguata al ruolo che ricopre - dichiara il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - Dopo aver già colpito duramente il mondo agricolo con tagli senza precedenti alla Pac, oggi assistiamo all’ennesimo danno provocato da una gestione improvvisata e debole del negoziato commerciale con gli Stati Uniti. L’accordo siglato con Washington è chiaramente più vantaggioso per l’economia americana che per quella europea”.
“Non possiamo rimanere a guardare questa deriva autocratica dell'Europa – afferma il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo – La Von der Leyen ancora una volta dimostra di essere forte con i deboli e debole con i forti. Questo accordo penalizza proprio i prodotti simbolo del Made in Italy, che hanno conquistato il consumatore statunitense grazie a qualità, tracciabilità e legame con il territorio. Il rischio è un calo delle vendite e un’impennata dell’italian sounding, con gravi danni per i nostri produttori e per l’immagine dell’agroalimentare italiano e a pagarne il prezzo saranno imprese, lavoratori e consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico”.