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COMUNICATO STAMPA Rimini 19 Febbraio 2025
UE: COLDIRETTI RIMINI, CAMBIO DI ROTTA IMPORTANTE MA SERVONO RISORSE ADEGUATE PER DIFENDERE PAC E MADE IN ITALY
L’agricoltura europea sta attraversando una fase decisiva, con la Commissione Europea che finalmente riconosce molte delle battaglie portate avanti da Coldiretti, come la tutela del reddito degli agricoltori, l’obbligo dell’origine in etichetta e il contrasto alle pratiche sleali. Tuttavia, senza un adeguato bilancio destinato alla Politica Agricola Comune (PAC), il rischio è che queste intenzioni restino solo sulla carta. Un pericolo ancora più grande arriva dall’ipotesi di un accorpamento dei fondi della PAC con quelli della coesione, che potrebbe portare, nel medio periodo, a un dirottamento delle risorse agricole verso altri settori.
Attualmente, la PAC rappresenta circa il 30% del bilancio dell’Unione Europea, per un totale di 386,6 miliardi di euro destinati al settore agricolo nel periodo 2021-2027. Di questi, oltre il 70% è dedicato ai Pagamenti Diretti, essenziali per il sostegno al reddito degli agricoltori. La loro eventuale redistribuzione metterebbe a serio rischio la tenuta dell’intero comparto, in un contesto già gravato dall’aumento dei costi di produzione e dalla concorrenza sleale dei prodotti esteri.
“Non possiamo che valutare positivamente il cambio di approccio che il Commissario Hansen ed il Vicepresidente Fitto introducono in questa nuova visione strategica recependo di fatto molte delle istanze da sempre proprie della nostra organizzazione ma rese più urgenti dall’attuale contesto socio-economico”, sottolinea il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini. “Ovviamente alle parole ed alle intenzioni dovranno ora seguire fatti e proposte concrete a cominciare dall’annunciata semplificazione che faccia una volta per tutte della PAC un vero sostegno al reddito di chi produce. Come Coldiretti vigileremo affinché ciò accada e che le ormai non rinviabili risposte ad un mondo agricolo in difficoltà arrivino”.
“Bene la correzione di rotta e i nuovi obiettivi, ma tutto ciò rischia di non essere attuabile senza un budget adeguato e dedicato con cui realizzarli”, aggiunge il segretario generale Vincenzo Gesmundo. “A questo proposito, come Coldiretti siamo fortemente contrari all’ipotesi che prevede l’unificazione dei fondi PAC con quelli della coesione da gestire in maniera estremamente flessibile da parte del singolo stato membro. Tale ‘despecializzazione’ delle risorse finanziarie destinate al settore agricolo potrebbe rappresentare infatti l’anticamera, nel breve-medio periodo, per un trasferimento di queste risorse ad altri settori e quindi la fine della Politica Agricola Comune”.
LA MINACCIA DELL’OLIO STRANIERO E IL BLITZ AL PORTO
Oltre alle politiche europee, resta altissima l’attenzione sulla tutela del Made in Italy, sempre più minacciato dall’arrivo di prodotti esteri a basso costo che alterano il mercato e danneggiano gli agricoltori italiani. Solo nel 2023, l’Italia ha importato oltre 700 milioni di chili di olio d’oliva dall’estero, con una crescita del 49% rispetto all’anno precedente. Gran parte di questo prodotto arriva da Spagna e Tunisia, ma spesso finisce sugli scaffali come “olio italiano”, grazie a normative poco chiare e alla mancanza di trasparenza nell’etichettatura.
Per denunciare questa situazione, nei giorni scorsi 1.500 agricoltori della Coldiretti hanno organizzato un blitz al porto di Civitavecchia, protestando contro l’arrivo di navi cariche di olio straniero destinato al mercato italiano. L’azione, guidata dal vicepresidente nazionale di Coldiretti Davide Granieri, ha visto la partecipazione di una decina di imbarcazioni con bandiere gialle che hanno presidiato lo spazio marittimo davanti al porto, mentre gli agricoltori manifestavano con cartelli e slogan nell’area del Terminal Amerigo Vespucci.
“Non possiamo permettere che il nostro mercato venga inondato da prodotti di dubbia provenienza che danneggiano la filiera italiana e ingannano i consumatori”, afferma Guido Cardelli Masini Palazzi, presidente di Coldiretti Rimini. “Oggi più che mai serve una politica di controlli più rigida alle frontiere, un’etichettatura chiara e trasparente e il principio di reciprocità negli accordi commerciali, per evitare che l’agricoltura italiana venga penalizzata da concorrenza sleale”.
Un dato allarmante è che più del 50% dell’olio extravergine venduto in Italia è di origine straniera, ma spesso viene confezionato in Italia e commercializzato con nomi e simboli che richiamano il Made in Italy, generando confusione nei consumatori.
“Dobbiamo proteggere il nostro patrimonio agroalimentare con azioni concrete”, aggiunge Alessandro Corsini, direttore di Coldiretti Rimini. “Chiediamo interventi immediati per garantire ai nostri agricoltori un prezzo equo, contrastare il dumping commerciale e potenziare i controlli doganali per bloccare l’ingresso di prodotti che non rispettano gli stessi standard qualitativi e normativi richiesti ai produttori italiani”.
VERSO UN FUTURO PIÙ EQUO PER L’AGRICOLTURA ITALIANA
Oltre alla difesa della PAC e del Made in Italy, Coldiretti Rimini ribadisce la necessità di una maggiore trasparenza nel mercato agroalimentare e di un sostegno concreto alle imprese agricole, che stanno affrontando aumenti dei costi produttivi del +30% negli ultimi due anni a causa del rialzo dei prezzi dell’energia, dei fertilizzanti e del carburante.
“Il settore agricolo è fondamentale per la sicurezza alimentare dell’Europa e per l’economia italiana, con oltre 1,3 milioni di imprese agricole attive e un valore complessivo della produzione di 64 miliardi di euro l’anno”, conclude Cardelli Masini Palazzi. “Non possiamo permettere che politiche miopi o la mancanza di risorse mettano a rischio tutto questo”.
Coldiretti Rimini continuerà a vigilare e a mobilitarsi per difendere gli agricoltori e i consumatori, affinché il valore del lavoro agricolo venga riconosciuto e tutelato a livello nazionale ed europeo.
La manifestazione di Coldiretti Rimini a Ferrara
Il direttore di Impresa Verde Romagna, Alessandro Corsini, ed il presidente di Coldiretti Rimini, Guido Cardelli Masini Palazzi
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